È stato facile collocare
la “mission” di Ponti x l’Arte – che da tempo promuove lo studio, il recupero e
la valorizzazione di tutte le arti con il coinvolgimento diretto degli artisti
– nella sede in Piazza Affari 1 davanti alla provocatoria scultura
L.O.V.E. di Maurizio Cattelan.
Negli scatti fotografici
di Marco Moggio e Virgilio Fidanza, la prima mostra di DentonsinArte intitolata “Milano/Shanghai a/r” vuole tradurre in
immagini la prerogativa di Dentons
di essere un ponte fra l’Italia e la Cina.
È una Milano vuota di presenze e colma di
silenzi, quella che si “espone” all’obiettivo fotografico di Marco Moggio. Una Milano che vuole
svelarsi ovattata, quasi pudica, ma ben consapevole del proprio “appeal”
architettonico. Una città che sale (il pensiero va al futurista Umberto
Boccioni), lasciando che la nuova skyline dialoghi con le sue memorie
ottocentesche. La sua “pelle” è la luce, che il fotografo ha saputo catturare
con maestrìa: nel cuore assolato del mezzogiorno, nelle dorate sfumature del
tramonto, fino al sopraggiungere furtivo della notte.
Destinazione continua di
turisti, il Bund di Shanghai
fotografato da Virgilio Fidanza è
invece lo specchio di quanto l'utilizzo dell'immagine tecnologica sia sempre
più in contrapposizione col mondo concreto. La fotografia è l’illusorio rifugio
consumistico; l'idea di possesso dell'oggetto. Sono, cioè, quello che ti
mostro. Questo, oggi, sembra essere l'imperativo comportamentale delle società
tardocapitalistiche. Ovviamente (e amorevolmente) stiamo parlando di un'umanità
confusa e smarrita, che riproduce modalità stereotipate nel farsi fotografare.
E nel gesto del fotografare.