La pittura e la fotografia sono
gli strumenti, esistenziali e psicologici, che Francesco Lasalandra utilizza
con vigorosa passione per esprimere il proprio fare arte. Un’arte che
rapportandosi con lo spazio e il tempo declina un attraversamento che
oltrepassa ogni barriera senza porsi limiti né confini. Dipingendo il Pizzo
Badile (la cima più conosciuta della Val Bregaglia) con uno stile Novecentista
che ricorda il miglior Mario Sironi, l’artista milanese si concentra dal punto
di vista cromatico, filosofico e spirituale sulla misteriosa terribilità di una
montagna intesa come corpus geologico capace di sprigionare vita nei suoi
perenni attraversamenti da una condizione all’altra. È invece il filo rosso (ma
anche il vermiglio spot che focalizza l’attenzione su tematiche come
l’indifferenza o il silenzio) a scandire i viaggi fotografici di Lasalandra che
catturano figure senza identità impegnate ad attraversare la loro esistenza nel
(vano?) tentativo di raggiungere una via di fuga dal loro anonimato. Stefano Bianchi