I colori, come i lineamenti del viso, seguono
il mutare delle emozioni. Il pensiero di Pablo Picasso si adatta con grande
naturalezza all’arte Informale (il termine nasce in Francia, negli Anni ’50,
per indicare immagini pittoriche senza una forma riconoscibile) ideata e creata
da Claudio Verganti. L’artista lombardo, che ha esposto un suo quadro nel
Padiglione Italia, a Torino, nell’ambito della 54a Esposizione Internazionale
d’Arte della Biennale di Venezia (2012), presenta una selezione di opere
realizzate dal 2008 a oggi che il colore lo respirano, lo vivono, lo
somatizzano. Se nei primi dipinti il segno si affida a una sua densa, pastosa
fisicità multicromatica per potersi liberare ed esaltare appagando l’occhio di
chi osserva, i lavori più recenti svelano una quiete meditativa, una
spiritualità che coinvolge. In entrambi i casi, l’inconfondibile gesto
pittorico di Verganti lascia al colore il compito di dominare la tela.
Sprigionando, di volta in volta, emozioni sempre nuove.
“Colors, like features, follow the changing
of emotions”. Pablo Picasso’s thought naturally adapts to Informal art (the
term was coined in France in the 50s and describes pictorial images without a
recognizable shape), conceived and created by Claudio Verganti. The Lombard
artist, who exhibited one of his paintings in the Italian Pavilion, in Turin,
as part of the 54th International Art Exhibition of the Venice Biennale (2012),
displays a selection of paintings dated between 2008 and today: Colors are the
essence of his exhibition. While in the first paintings the line relies on a
dense, pasty, multi-colored physicality to set free and intensify, thus
exciting the viewer, the most recent works reveal a thoughtful stillness and an
embracing of spirituality. In both cases, among Verganti’s unique pictorial
lines, colors dominate the canvas, and new emotions inflame the viewer time and
again.