martedì 9 febbraio 2016

PAOLO FACCHINETTI Luci e Ombre


Classe 1953, Facchinetti inizia la sua formazione artistica all'Accademia Carrara di Belle Arti a Bergamo, frequentando i corsi di disegno e di nudo sotto la guida del Prof. Mino
Marra. Anche il maestro Cesare Benaglia gioca un ruolo fondamentale nella crescita artistica del pittore lombardo, che frequenta dal 1985 all’89 il suo studio e il Gruppo Artistico Valbrembo. Fin dagli inizi, la sua arte è caratterizzata da un forte dualismo. L'astrattismo e la ricerca cromatico-formale, convivono con la ritrattistica e la capacità di cogliere l'essenza del soggetto. Il movimento fisico-gestuale dell'attimo in cui il colore si deposita sulla tela, è riconoscibile e parte fondamentale dell'opera.

È sempre, profondamente meditativa la pittura informale di Paolo Facchinetti. Ci racconta microcosmi impalpabili e sfuggenti dove i colori hanno modo di rivelarsi omogenei e diluiti: promettendo allo sguardo di chi li approccia stati d’animo quieti, rasserenati. Quando la gestualità si fa eterea e leggera – vedi i cieli, che l’artista lombardo illumina di uno spiritualismo quasi ascetico – a palesarsi sono nebulizzazioni sovrapposte e stratificate che lasciano trasparire morbide carezze cromatiche messaggere di albe e di tramonti. Quando invece il gesto pittorico è più viscerale, ecco accendersi a colpi di spatola segni più tangibili, presenti, materici. Vi sono, poi, cristallizzati nel bianco e nel nero filamenti e rami che ci fanno tangibilmente percepire una natura che si aggroviglia. In ogni caso, l’abilità di Facchinetti consiste nell’orchestrare con maestrìa fasci di luce e coni d’ombra – aggiungendo gli uni, sottraendo gli altri e viceversa – ponendosi un solo obiettivo: sorprenderci, silenziosamente, con rarefatta poesia.
                                                                                          Stefano Bianchi

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